Nuove importanti frontiere vengono aperte sull’analisi dell’obesità, considerata dati alla mano una delle grandi problematiche di salute della nostra epoca. In un recente studio della Fondazione Morgagni di Catania pubblicato sulla autorevole rivista “International Journal of Obesity” che appartiene al gruppo editoriale “Nature”, è stato scoperto che il numero e la densità delle cellule che producono l’ormone grelina nello stomaco non crescono nelle persone obese. La grelina è il cosidetto “ormone della fame” in quanto tradizionalmente genera il desiderio di cibo.
L’assoluta rilevanza della ricerca effettuata è testimoniata dal fatto che l’indagine ha interessato un gran numero di pazienti affetti da grave obesità. La Fondazione, inoltre, ha anche evidenziato altre due novità molto interessanti: l’aumento di dimensione delle fibre muscolari lisce (iperplasia) e l’iperattività delle cellule che secernono la stessa grelina producendo, così, una maggior quantità di ormone attivo.
I risultati di questo studio del tutto nuovo aprono orizzoni innovativi sul trattamento medico dell’obesità e sono il frutto del fondamentale lavoro svolto dai ricercatori della Fondazione Morgagni, con in testa la dottoressa Tonia Luca e l’endocrinologo Vincenzo De Geronimo. Molto importante in tal senso è stata anche la sinergia con l’Università Politecnica delle Marche e con l’Università di Catania.
Ma non finisce qui perché la ricerca procede, adesso, a passi spediti sullo studio del tessuto adiposo confrontando i dati tra i pazienti sani e obesi al fine di comprendere l’elevato livello di infiammazione che si attiva in questi ultimi accrescendone, purtroppo, la mortalità. Non sono un mistero, infatti, le conseguenze fortemente negative dell’obesità, diffusasi in maniera preoccupante nel nostro Paese.
Lo scorso marzo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha comunicato che ne soffre un italiano su 10 rivelando anche che in questi ultimi trent’anni la percentuale di popolazione in sovrappeso è cresciuta del 30% e del 60% quella relativa agli obesi. Dati estremamente preoccupanti innanzitutto per gli effetti dannosi sulla salute e per il relativo costo che grava sul servizio sanitario nazionale. E l”obesità è purtroppo ritornata di attualità proprio in questo anno e mezzo di pandemia aumentando concretamente il rischio di gravi conseguenze in chi è affetto da malattie infettive, Covid-19 in primis.
fonte immagine: https://www.pexels.com/
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