Far risorgere a nuova vita tessuti e organi “ammaccati” da traumi, lesioni, dagli effetti dell’età avanzata o con criticità congenite è un compito che la medicina rigenerativa sta affrontando sempre di più e meglio. Ormai la frontiera è stata tracciata e gli sviluppi dettati dall’innovazione tecnologica in questa nuova branca della medicina si perfezionano con risultati molto importanti e, spesso, stupefacenti. Come quello ottenuto da un’équipe di ricercatori italiani, britannici e israeliani che hanno di fatto costruito ex-novo un muscolo in laboratorio partendo da cellule staminali.
Il risultato della ricerca è stato pubblicato dall’importante rivista scientifica EMBO Molecular Medicine ed è frutto di un lavoro di gruppo a cui hanno contribuito l’Università di Roma Tor Vergata, l’Università di Pavia, il Cnr di Roma e l’Istituto Scientifico di Ricovero e Cura Multimedica di Milano. Tutte evidenze che confermano quanto stia crescendo in qualità e precisione la medicina rigenerativa.
Un lavoro, il suo, non solitario in quanto ha due punti di forza: il supporto dell’alta tecnologia applicata ad altre discipline “tecniche” come chimica, ingegneria, biologia e informatica e il contributo decisivo delle cellule staminali. E grazie alla capacità di trasformarsi e rigenerarsi di queste ultime, infatti, che i tessuti si riparano e tornano in efficienza. Sostanzialmente la medicina rigenerativa ha un compito diverso da quella tradizionale dove, anziché ricostituire il tessuto, si procede alla sua sostituzione.
fonte immagine: https://www.pexels.com/
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