Nonostante il cancro al seno sia conosciuto sin dai tempi antichi, sono serviti secoli di studi e di progressi scientifici per riuscire a capire come affrontarlo senza sfigurare o mettere a rischio la vita delle donne. In precedenza, la mammella veniva sempre completamente rimossa, insieme a parte di altri tessuti vicini che si riteneva potessero essere intaccati da cellule tumorali. La mastectomia, che consiste nell’asportazione di tutta la mammella, è ancora oggi indicata nei casi in cui il tumore è voluminoso ma con estesa componente intraduttale. Dopo anni di studi e grazie a un progressivo sviluppo tecnologico, la rimozione dell’intero seno non è più sempre indicata. Oggi, per lo meno per i tumori in fase iniziale, si può ricorrere alla chirurgia conservativa, in virtù della quale l’asportazione del tumore avviene risparmiando per quanto possibile il tessuto mammario sano. La chirurgia conservativa è diventata negli anni sempre più sicura. Inoltre, migliori tecniche di imaging per rilevare più accuratamente ulteriori tumori, più efficaci terapie sistemiche e miglioramenti nella chirurgia, hanno ridotto il rischio di recidiva locale e migliorato la sopravvivenza. Ancora oggi la mastectomia è necessaria in alcuni casi, ma avere la possibilità di sottoporsi ad interventi meno drastici, come la quadrantectomia qualora fosse necessario, è un notevole passo in avanti.