Origine autoimmune per la fibromialgia? Secondo uno studio effettuato dai ricercatori del King’s College di Londra e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation è davvero possibile. Una scoperta che potrebbe cambiare tutta la prospettiva da cui, finora, si sta osservando questa patologia mettendo in atto ulteriori ricerche mirate a definire cure ad hoc. Ad oggi, infatti, la natura accertata della fibromialgia è di matrice nervosa. Ma dopo questo studio lo scenario dovrebbe mutare. A questa nuova conclusione i ricercatori sono giunti dopo aver riscontrato gli effetti degli anticorpi dei pazienti sui topi.
Gli animaletti hanno palesato i sintomi della malattia come stanchezza, maggiore esposizione al dolore e una minore mobilità. Le stesse manifestazioni non si sono avute, invece, quando gli stessi studiosi hanno iniettato nei roditori anticorpi appartenenti a persone sane. La deduzione finale dell’esperimento a cui sono arrivati al King’s College è che il comportamento è simile a quello riscontrato nell’ambito delle malattie autoimmuni e che, quindi, le stesse terapie adottate con successo per questo genere di patologie risulterebbero efficaci anche per la fibromialgia.
Sono circa 1,5-2 milioni di italiani ad esserne affetti con conseguenze piuttosto serie e negative per la qualità della vita, considerando i grandi fastidi generati dai dolori muscolari nonché a legamenti, tendini e profondo senso di affaticamento che ne deriva. Al momento non esiste una vera e propria cura per la fibromialgia se non farmaci che alleviano il dolore.
Essa, inoltre, non è riconosciuta dalla comunità scientifica come malattia cronica. Il prossimo step dei ricercatori sarà quello di individuare le parti a cui si agganciano gli anticorpi che provocano i sintomi al fine di mettere a punto non solo nuove e più efficaci terapie ma anche appositi esami diagnostici.
fonte immagine: https://www.pexels.com/
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