A differenza di quanto si possa immaginare, il caffè può essere un grande alleato per la salute del nostro cuore, a patto che venga assunto nelle dosi raccomandate. Lo dice la scienza grazie a diversi e autorevoli studi che hanno confermato nel tempo questa qualità della bevanda più amata dagli italiani. Ma c’è di più. Non solo il caffè può essere consumato anche da chi è già stato colpito da infarto ma costituisce una valida protezione per il corretto funzionamento del fegato.
Una ricerca su persone cardiopatiche, pubblicata dall’American Society for Nutrition nel 2017 ed effettuata da un gruppo di studiosi, ha confermato che bere da 2 a 4 tazzine di caffè al giorno non comporta alcun rischio. Inoltre si è giunti alla conclusione che sono i polifenoli e gli antiossidanti gli elementi presenti nei chicchi che apportano i maggiori benefici al nostro organismo.
Per coloro i quali, invece, non soffrono di malattie cardiovascolari la dose suggerita di caffè al dì è 4-5 tazzine, possibilmente senza zuccheri aggiunti o con una quantità ridotta, in quanto non fanno bene né al cuore né al resto del corpo. Un’altra importante analisi compiuta nel 2015 a Seul (Corea) dal Kangbuk Samsung Hospital e pubblicata sulla rivista “Heart” aveva già evidenziato le doti di questa bevanda, sempre collegate all’apparato cardiovascolare. Secondo le evidenze finali, infatti, un consumo di caffè entro le 5 tazzine al giorno riduce il rischio di aterosclerosi alle arterie coronariche e, di conseguenza, di infarti e ictus.
fonte immagine: https://www.pexels.com/
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