Il dato emerso dal Rapporto Mondiale Alzheimer 2022 è molto preoccupante: ben l’85% delle persone affette da questa malattia rischia seriamente di non potersi curare adeguatamente. Una percentuale altissima che evidenzia la necessità di correre subito ai ripari. Lo stesso Rapporto, del resto, realizzato in coordinazione con la McGill University di Montreal in Canada, intende evidenziare l’importanza di rendere fruibili tutti i servizi di trattamento e sostegno che possano migliorare la vita di questi pazienti.
Anche le cure farmacologiche e non, l’assistenza domiciliare e l’azione di caregiving appartengono a pieno titolo a queste concrete azioni di intervento. Sono tutti elementi fondamentali ed estremamente incisivi sia sul piano prettamente medico-sanitario che su quello psicologico e sociale. Per questa ragione il dato evidenziato è piuttosto grave.
L’ultima stima italiana delle persone affette da demenza è di 1.487.368 e, secondo le previsioni, si pensa che questo numero già cospicuo possa incrementarsi del 56% entro il 2050. Piuttosto scontato è quindi il grido d’allarme della Federazione Alzheimer Italia al fine di mettere in campo provvedimenti immediati, tra cui lo sviluppo dei Piani regionali sulle demenze e l’avvio di PDTA (Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali).
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